Da moltissimo tempo come avrete notato e ascoltato e spero messo in pratica, ho parlato e continuato a parlare nelle mie predicazioni, del Vangelo della Grazia, (che continuerò a fare finchè morte non ci separi ) della nostra identità, del fatto di essere diventati nuove creature, di essere adesso in Cristo, figli di Dio!! 

Ma questa sera vorrei parlarvi, di un altro importantissimo aspetto che Gesù ci chiama a vivere, ed è l’aspetto del discepolato, essere un discepolo, chi è un discepolo, cosa significa, cosa mi viene chiesto, cos’è che mi distingue dalla “folla”, perché il rischio è che io appartengo alla folla e in questo caso non essere un discepolo di Gesù.  

Luca 14:25-33 Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto verso la folla disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo:  “Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare”. Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata e chiede di trattare la pace. Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.

La prima cosa che vediamo è che molta gente seguiva Gesù, piaceva Gesù, andava da Gesù, aveva bisogno di Gesù, aveva visto operare Gesù. Ma Gesù ha voluto mettere subito le cose in chiaro, con la folla, e nel passo che abbiamo letto chiarisce che se veramente vogliamo seguire Gesù, se apparteniamo a Lui, se lo stiamo davvero seguendo, se siamo veramente cristiani, se diciamo di essere suoi discepoli, dobbiamo mettere Gesù al primo posto nella nostra vita, sopra ogni cosa, dobbiamo far sì che lo Spirito Santo guidi le nostre azioni, le nostre scelte, le nostre parole. Il discepolo deve somigliare al Maestro!!! E gli altri intorno a noi vedendo il nostro comportamento, il nostro viso, le nostre azioni, come parliamo, come ci comportiamo con il prossimo, dovranno dire, ammettere che siamo cristiani. Questo è già successo 2000 anni fa, in una cittadina chiamata Antiochia, 

dove per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. E lo furono non perchè passeggiavano con tuniche con su scritto ” Appartengo a Gesù ” , non avevano cartelloni che “pubblicizzavano” la loro fede, neppure loro stessi ( benché lo fossero) si dichiaravano cristiani… No, loro non ne avevano bisogno, perché le loro azioni, il loro comportamento, le loro parole, il modo di relazionarsi con il prossimo, valori come l’amore, il perdono, l’accoglienza, la mancanza di giudizio, la misericordia, insomma tutte le loro azioni TESTIMONIAVANO che erano cristiani, che somigliavano al Cristo, che erano veramente discepoli di Gesù.

Cari, non siamo cristiani perché andiamo tutte le domeniche in Chiesa, non siamo cristiani perché svolgiamo un servizio in Chiesa, non siamo cristiani perché abbiamo un ministerio. Gli altri riconosceranno che lo siamo, solo ed esclusivamente dall’amore che avremo gli uni per gli altri, dello stesso amore che Gesù ha avuto per noi, perdonandoci e amandoci ( tutti ) fino alla fine.

Il mio desiderio è che questa comunità sia, diventi, sempre di più, una “comunità di discepoli”, dal lunedì alla domenica, dalla mattina alla sera, e anche la notte. 

Mi piacerebbe la domenica, al nostro incontro, a questo culto, che i discepoli, entrassero nei cortili con lode, con la lode sulle labbra, con il viso gioioso perché stanno per incontrare il Padre, per adorare il Santo dei santi, perché sanno che la loro vita, incontrando il Signore sarà trasformata sempre di più, di gloria in gloria, che sanno che il sangue di Gesù li lava e li purifica da ogni peccato, perdonati ed amati, senza più nessun senso di colpa, che non guardano più al loro passato perché esso, è in Cristo, sepolto, che vivono, invece, il presente e guardano al loro futuro assicurato!! Mi piacerebbe che i discepoli bramassero ricevere la Parola di Dio, che diventi carne in noi, in modo da poter essere facitori della Parola. 

Vogliamo essere suoi discepoli? Siamo pronti a pagare il prezzo? Quanto ti costa? TUTTO!! 

Chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo

Portare la croce ci parla di morte, di morire a noi stessi, e di morire ai valori di questo mondo che sono l’esatto contrario dei valori del regno di Dio.

Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.    

Rinunciare a tutto! La rinuncia è una scelta! Rinunciare alle opere della carne, che ci portano lontano da Dio, e scegliere di camminare per lo Spirito, fidandosi di Dio. 

Fratelli e sorelle vogliamo essere suoi discepoli? Forse ci troviamo in un periodo di deserto, o forse è meglio dire di “esilio”e il nostro comportamento è la conseguenza di trovarci lontani da Lui.

Che fare? Ascolta: C’è stato un tempo in cui il popolo di Dio è stato esiliato, poi quando Dio fa ritornare il suo popolo dall’esilio in Babilonia, appare Zorobabel e nel capitolo 3 di Esdra, la prima cosa che Zorobabel restaura è l’Altare, la relazione con Dio, l’adorazione. Dio al primo posto, di nuovo, al primo posto. Dio ti dice: E’ tempo di ritornare con tutto il tuo cuore a me, è tempo di restaurare l’altare della tua vita, della tua casa.

Poi dopo l’altare troviamo il secondo elemento che deve essere restaurato nella nostra vita personale e qui appare Esdra al cap.7, sacerdote e scriba il quale viene in aiuto del popolo di Dio ( ah Esdra significa: aiuto!!) e il suo compito è di ri-portare la Parola di Dio, la legge di Dio e insegnarla al popolo !!

Dopo l’altare, l’adorazione, la Parola entrambi devono essere al centro della  nostra vita spirituale. 

Il profeta diceva che non ci sarà nessuna aurora se il popolo non torna alla Parola di Dio..

Ri-torniamo a Lui, stasera, senza più tentennamenti, decidiamo di essere suoi discepoli, una comunità di discepoli e allora vedremo cose grandi nella nostra vita, intorno a noi e nella nostra comunità. Amen!!